fu bello

non mi devo intristire più di tanto se una conoscenza non progredisce come speravo. è normale incontrare il rifiuto. andremo avanti, la vita continua. è stato bello finché è durato è il mio motto, sebbene usare il passato prossimo è spesso pericoloso perché indica che l’azione espressa non è ancora conclusa nella nostra memoria. invece dovremmo dire fu bello finché durò. il passato remoto, per quanto libresco possa suonare, aiuta ad assorbire e superare i colpi del fato; ci concede un piccolo lutto, e in questo modo ci libera dai fantasmi.

Georg

preferisco soffrire di solitudine e angoscia esistenziale che nutrirmi di illusioni. sono giorni che Georg non si fa sentire, ma piuttosto che elemosinare due parole in chat mi terrò l’infatuazione bella stretta, magari trasformandola in un racconto.

mio fratello

mi ritengo molto fortunato: nella mia famiglia nucleare ci vogliamo molto bene, anche se purtroppo non siamo di quelle che si abbracciano come nei film, e il più delle volte non siamo capaci di verbalizzare le nostre emozioni.

per questo forse quando me ne accorgo mi sovviene che avrei voluto un fratello. non al posto delle mie sorelle, ma oltre a loro. questo pensiero mi sovviene quando mi trovo a dovermi confrontare con persone di sesso maschile: mi sono accorto di non esserne capace, di non sapere come comportarmi. sono il tipico omosessuale che ha tutte amiche femmine, e le amicizie dei maschi non sono affatto capace di gestirle. specialmente negli anni di infanzia e adolescenza con le mie sorelle siamo sempre stati distanti a causa della differenza d’età. crescere nei primi vent’anni di vita con un fratello anagraficamente di poco più grande di me o di poco più piccolo credo mi avrebbe sicuramente reso una persona più aperta e in grado di sapermi relazionare con il genere maschile.

per questo vorrei raccontare di mio fratello, un mio simile di genere ed età. un altro me che non sia io.

si chiama Alessandro, come un lontano prozio. ha un anno e qualche mese meno di me (lui di novembre, io di marzo) e un viso dolce e innocente, sebbene di carattere sia molto deciso. da circa un anno ha iniziato a farsi crescere la barba, il cui colore chiaro gli dona l’espressione di un cherubino. in quanto a me, sembro suo zio almeno. lui è alto e muscoloso, io bassino e magro come un grissino sott’olio, e altrettanto difettoso di qualità. lui ha lo stesso carattere passivo aggressivo della nostra gens, ma un po’ meno aggressivo del maschio appena adulto medio di paese. quando mi sono tolto il velo, il finissimo velo di silenzio che mi copriva, all’inizio è rimasto turbato, ma poi come mia madre se ne è fatto una ragione. quando mi metto un indumento più colorato o come quest’estate quando sono andato alla parata mi guarda un po’ di traverso. il dubbio atroce che mi assale in questi momenti è: se dovessi trovarmi in pericolo, a essere molestato o a subire qualche forma di abuso a causa del mio essere queer, lui mi difenderebbe? ne sarebbe turbato? il fatto che non so dare una risposta mi rende triste.