imprompulso

Impulso di scrittura giornaliero
Qual è il più bel complimento che hai ricevuto?

ha risposto in modo (quasi) esauriente il mio alter ego FettuGina Puttanpop 🙂

un modo che ho trovato riposante per abitare serenamente il Femminile è inventare; io lo faccio con le parole, come dice il titolo.

manifesto per un’educazione degenere

la cultura attuale insegna ai maschi a NON far le femminucce. il mio femminismo zen e io, ascoltate miriadi di voci, ci pregiamo di dissentire e di voler ribaltare questo costume.

FAI LA FEMMINUCCIA, a dispetto di quello che ti insegnano i patriarchi. Impara ad affrontare tutte ma proprio tutte le tue emozioni.

PRENDITI CURA DELLA CASA: pulisci periodicamente tutte le stanze; passa l’aspirapolvere; lava i piatti manualmente; stendi il bucato; impara a cucinare per altry.

PRENDITI CURA DI TE STESSO: accendi la radio o la tua musica preferita e balla davanti allo specchio; fai meditazione; mangia cibi sani; cammina in un bosco, da solo o in compagnia.

questo articolo verrà aggiornato man mano che mi vengono in mente cose quotidiane.

il maschio del quarto millennio sarà femminista, o non sarà.

In evidenza

Man•Free•Do

Il titolo di quest’articolo vuol significare l’uomo libero fa. L’uomo è inteso nel senso maschile del termine; non l’antropo. Ma cosa fa l’uomo libero?

Egli non sa quello che non sa; perciò qualcun dovrà pur dirglielo. Se un uomo maschio è libero può liberare altri uomini maschi. I mezzi degeneri di questa raccolta hanno l’ambiguo e perverso scopo di liberare gli uomini e gli antropi che verranno.

DALL’AUTORE AI MEZZI DEGENERI: MAN•FREE•DO

Diversə è chi (si) diverte con la propria unica dose di privilegi sociali.

Personalmente ho avuto il privilegio di accedere alle risorse che condivido in ordine alfabetico, nello spirito della piena autonomia e intersezione l’una dentro e con l’altra.

Attraversando e incrociando questi e altri mezzi degeneri l’identità non sarà mai tale per sempre: dipende dalle circostanze che toccano in sorte e quelle che andiamo a scegliere; dipende anche da chi sarà destinatariǝ della nostra cura. 

Penso che se non fossi così poco audace avrei già pubblicato un libro. In campagna dove vivo siamo tuttǝ isolatǝ l’un dall’altr, perfino chi vive nel centro abitato. Ma per costruire un mondo degenere come l’hanno pensato le utopie femministe non basta sapersi individualmente al sicuro.

«Dopo tutto, quasi metà delle idee che ci facciamo degli altri sono grottesche. Servono ai nostri propositi privati.» – Virginia Woolf

«Nel mondo in frantumi dei miei vent’anni non dovevo cercare alcun perché all’esistere, mi sarebbe bastato trovare un per chi. Sposa di qualcuno, madre di chiunque, io non sapevo cosa fosse la vocazione a essere me. […] raccontare non sarà mai più un gioco da bambini.» – Michela Murgia

«Il mondo non cambia: perché provarci? … Ho accettato che potrei non vedere mai il cambiamento che voglio. Ma ho anche capito che io sono cambiata, che il modo in cui guardo il mondo si è evoluto perché qualcun altro ha detto o fatto cose che mi hanno aperto nuovi orizzonti. … cerco di essere un riferimento affettuoso e non giudicante per le ragazze più piccole, di amplificare la loro voce. Cerco sponda nelle persone che conosco e con cui condivido la visione del mondo, maschi e femmine e quello che ci sta in mezzo.»
«Mi accontento di non attaccare le persone, in particolare le altre donne, per l’aspetto fisico, le abitudini sessuali, le scelte personali che non mi riguardano.» – Giulia Blasi 

Il potere di istituzioni come le religioni monoteiste non è proporzionale al numero di persone che ci crede, ma al numero di persone che non gli si oppone attivamente. È come con le scoregge: quando una cosa fa troppo schifo non puoi fare finta di niente. Non si bestemmia per insultare dio: si bestemmia per scuotere la morale religiosa. Ogni bestemmia è una sfida all’insensatezza antropologica dei teismi.

«Ognuno ha i suoi traumi, i suoi babau e le persone che gli stanno sul cazzo per i motivi più svariati. Figurarsi quando si è femministi, e quindi necessariamente un po’ rompicoglioni» perché «il femminismo non si siede al tavolo con il patriarcato: il femminismo lo rovescia, il tavolo.» «Il pensiero patriarcale è un pensiero debole, che non accetta contraddittorio e mal sopporta la dialettica. Non si sa confrontare, ha paura, cerca la censura e la repressione.» «E il resto dell’anno? Che fate, voi uomini che l’otto marzo ci sollevate magnanimi dai nostri obblighi familiari? Che genere di rispetto insegnate ai vostri figli? Davvero pensare che la sottrazione della violenza — non aggredire, non picchiare, non insultare le donne — sia sufficiente? Cos’è: volete una medaglia, perché non picchiate nessuno?» – Giulia Blasi, again

«Presta attenzione e valuta i discorsi e le esperienze delle persone di origine africana e di altre etnie. Riconosci l’autorità e la conoscenza di queste persone sui temi dell’oppressione e della discriminazione. Tenete a mente questo: se il razzismo non ha un impatto sulla vostra vita, forse, invece di negarne l’esistenza, è meglio ascoltare con umiltà e apertura. Anche se questo vi mette a disagio. … Con l’abbondanza di risorse disponibili, l’ignoranza non è più una scusa valida.» – Desirée Bela Lobedde

Elucubrazione dell’autore.

Un commento apparso sul blog Abbatto i Muri mi è parso racchiudere il nocciolo di millenni di patriarcato: l’INVIDIA DELLA VAGINA. è evidente che qualcuno sia mosso anche da una invidia inveterata nei confronti della capacità del ‘tipico’ sesso femminile di procreare E ANCHE darsi piacere. è una combinazione esplosiva di poteri che spinge a regolare e tentare di sottomettere il femminile; come se gli womini dicessero: anch’io voglio avere queste capacità incorporate: generare vita E ANCHE piacere! ma. ma. come la vecchia storia della volpe che non arriva all’uva e che cerca di distruggere il vigneto o regolarne la produzione secondo desideri repressivi, quelle persone che perpetuano i dettami del patriarcato invidiano l’aspetto dell’anatomia femminile con cui ci si può dare piacere E generare vita.

Eppure eppure, è sempre in quel luogo [la scuola] che «i corpi, i sentimenti, la sessualità, sono considerati fuori tema». Ma emozione e apprendimento non sono agibili distintamente: vale per le passioni così come per il disagio. La pandemia l’ha denunciato con forza solo a volerla ascoltare. … In questo compito immane le pratiche femministe, quindi, sono determinanti per la costruzione di una comunità che rimetta al centro il desiderio. Solo insieme (studentə, docenti, genitori, cittadinanza) possiamo dare forme nuove a una prospettiva di futuro, che altro non è se non la società in cui vogliamo vivere. – effimera.org

In queste liste degeneri c’è una piccola parte del mio percorso; perché se con la cultura “non ce se magna”, sicuramente ci si vive più leggery e in armonia con il mondo.

«Teniamolo a mente: il patriarcato si nutre della nostra ansia, della nostra insicurezza. Fare quello che ci va del nostro corpo, a qualsiasi età, è un gesto punk» perché «inventarsi è un diritto di ciascunə. Nel contesto del patriarcato l’identità è un parametro eterocostruito: nel femminismo l’identità è un elemento di costruzione del sé che passa necessariamente dall’autoriconoscimento.»  – Giulia Blasi & Marcia Tiburi

Il movimento delle lotte femministe quindi è «il desiderio di una democrazia radicale.»

Non ho inserito la fonte delle citazioni dentro «queste virgolette» affinché chi legge approfondisca il concetto espresso in esse documentandosi in autonomia. È anche uno dei motivi per cui chi legge farà fatica a scorrere le liste per intero; nessun ha mai detto che far politica sia facile. Ma ne vale la pena se alla fine TUTTY lo fanno. Anche perché le fonti degeneri sono in tre lingue: italiano, inglese (EN), spagnolo (ES).