che fai lassù in europa?

ieri sera mi eri accanto mentre tentavo di addormentarmi sdraiato su un lato in posizione fetale. ma non mi riusciva di addormentarmi, perché appunto mi eri accanto. ma non volevi rispondere alle domande che ti facevo, domande che si fanno alle persone care con cui non ci si incontra fisicamente da molto tempo. che fai? dove sei? ma soprattutto: come stai? hai preoccupazioni, problemi? ti diverti, esci di casa per uscire con amic* o ti è proibito dalle leggi? ma ho mai fatto queste domande a mie* amic*? o aspettavo che me ne parlassero loro? ma devo farlo con lui, almeno, che si è sempre sdraiato come un raggio di sole sul mio letto, e l’ha scaldato come un amante a cui si scrive poesia quando è lontano. questa non è poesia, ma quando penso a lui penso in versi; non ne posso fare a meno. il pensiero di lui scalda talmente il pensiero che non c’è altro modo possibile di pensarlo.

le domande ai tarocchi

non ho assolutamente alcuna cognizione dei dubbi su me stesso che potrei esplicitare a qualcuno mai visto di persona ma solo contattato via messaggi elettronici. certo, ho dubbi su me stesso… ma sono dubbi che non richiedono domande. oltretutto… non sono capace di fare domande per chiedere consiglio; non sono capace di chiedere consiglio, ecco. non sono mai riuscito a chiedere consiglio a chi avevo vicino, figuriamoci superate le trenta primavere. ma l’ho fatto, e il risultato è stato interessantissimo: l’affascinante profeta mi ha letto come un libro per bambini… nel senso che è fin troppo facile costruirmi dopo aver ciarlato per oltre un mese via messaggi. sarà stato il caso o degli stereotipi che ha usato per descrivermi e darmi consigli? sicuramente ne decostruirò la sintassi, ma posso ipotizzare con certezza che almeno non l’abbia fatto per scopi pecuniari come tanti ciarlatani che cercano visibilità sui mezzi di comunicazione di massa.