molti nomi

molti nomi e molte epoche

qualunque libro la mia casa

fuggitempo, specchio muto

invisibile e responsabile

guardi attorno e svanisco

non ti tengo più la mano

deludere è il mio fato

eroma

Queste persone che parlano di “amore” come elemento romantico iperinflazionato dalla cultura della purezza di cristiana memoria… io le temo. Amore non è solo innamoramento cieco, ma è costruzione di un rapporto. Amare non è solo fare sesso, scopare, godere e venire; non è nemmeno fare figli, non è il futuro che si crea o non si vuole creare. Amare è, per me, costruzione di sicurezza. Sicurezza intesa come quella sensazione che provi quando guardi la persona al centro della tua attenzione, e sai che non ci sarà bisogno di essere sempre “Il numero uno” per loro, per intenderci. Significa per me la capacità di dirsi, cuore alla mano, che siamo umani e possiamo sbagliare. E l’amore trascende il tempo, la relazione in quell’istante, l’intensità dello stesso in quel momento. Amore è costruire una stanza tutta per sé prima, da condividere con altri dopo.

Ecco perché il Pomo non ne sapeva nulla:

  • perché m’hai messa al mondo? io non voglio andare a lavorare, non voglio pagare le vostre pensioni
  • te lo vai a troncà nel culo
  • e se mi piacesse il sesso anale?
  • ma vai in culo
  • vorrà dire che mi dedicherò al massaggio prostatico

there’s no time
no time at all
time is an illusion

leccabuchini

lavoro in una zona centrale della città metropolitana, e in questa zona si trovano le sedi principali di grandi aziende. di conseguenza si vedono per le strade parecchie figure dirigenziali in giacca e cravatta. non è appropriato qualificare queste figure come persone perché di giorno, sui marciapiedi, in pausa pranzo, esse dismettono la loro qualità umana e diventano precipuamente iscrizioni della società. si può osservare molto spesso infatti che queste figure aziendali hanno un rapporto particolare con le loro controparti del commercio: sono rette parallele. in particolare ho osservato nel linguaggio del corpo il servilismo e il leccabuchinismo dei fornitori di servizi come bar e ristoranti nei confronti dei portatori di giacca e cravatta e abbigliamento genericamente plutocratico. vediamo dunque la logica di mercato all’opera nell’antropologia diurna cittadina: essa trasforma i rapporti tra umani in rapporti tra figure. le persone agiscono come significanti.

un avventore qualunque entra un bar e chiede un cappuccino e un cornetto. la gestrice appena ricambia il saluto e si mette all’opera. nel frattempo che la gestrice è intenta alla preparazione, entra un secondo avventore, stavolta non qualunque, ma una figura significante valore. la gestrice scorge il secondo avventore e alza il tono di voce di un’ottava: emette un saluto complesso in cui inserisce significanti straordinari. il rituale del saluto diventa un processo di significazione commerciale.

un altro tempo

scrivi poesie, e quando scrivi, ogni occasione di versi è un rito di morte e rinascita. Pessoa meglio incarna l’essenza delle tue creazioni. sei tu, ma non sei più tu. diventi voce eterea, incorporea, sussurro nell’orecchio e a un tempo preghiera di un vespro dell’umanità.
sei urgente, ma non affliggi. Resti, in un punto fermo, al di là del tempo concepibile.

hai mille nomi, più di Legione, ma meno delle lingue parlate dalle muse in coro.

sei polifonico, eppure monocromo. vedi nero, ma aspiri al bianco della nuova luce. molte voci, un solo respiro.

il Cronomaestro

abbraccio il cuscino

spero sempre che da qualche parte qualcuno legga quello che scrivo e mi risponda, magari anche con una critica, ma a fin di bene. in fondo bramo parole dolci come tutti. sono molto difficili da trovare, e quelle che trovo sono bugie perlopiù. le chat sono i posti sbagliati, me ne devo convincere. lì tutti hanno paura, quindi tutti tirano fuori gli artigli. le chat per incontri tra omosessuali uomini sono vespai pronti a esplodere. sono posti tossici, e dovrei abbandondarli, ma ho bisogno di sperare, molto ingenuamente. stasera sono ambivalente. ho un grande odio verso le persone, mi sento isolato, voglio stare isolato e allo stesso tempo vorrei stare abbracciato a un uomo che sia mio amico. sono schizofrenico, lo so, ma Deleuze mi avrebbe apprezzato. ma sono solo e posso solo abbracciare il cuscino.

per un amico

dove sei amico mio?
distante, come un fiore
morirò del tuo respiro
assente
soffici canti ti avvolgono
e sul tuo viso dipinto
leggo come uno specchio

sei avvolto in una coltre
di speranza, nei sogni
sei la mia ombra di eternità.
ti sto aspettando in un sussurro
amico lontano, mio fiore
puoi sentirmi
respirarti di vita
due mani nel tempo
che sanguinano nelle mie
da qualche parte
immagino di guardarti
negli occhi, un mistero

abbraccia il niente, non fidarti di nessuno

non sono parte di un gruppo, tanto meno della famiglia. non mi avete mai accettato, e io non vi voglio accettare. alla prima occasione fuggirò, statene certe. vi odio. avete continuamente moti nervosi e li sparate fuori senza problemi, ma quando sono io ad averli devo comprimerli per non dare fastidio a voi due idiote. vi odio adesso e vi ho sempre odiato. non vi amerò mai. siete solo un’appendice che devo portarmi dietro per necessità.

non ti fidare di nessuno. sei solo con te stesso, puoi fidarti solo di te stesso. non dare retta alle parole gentili di alcuno. sii come la falce: leggera e letale. lasciati andare alla rabbia: ne hai tutta la follia. scaglia rancore lontano, fuori da te; solo così sarai libero. non sei migliore dell’ultimo assassino, quindi non aver paura di fare a pezzi la bassa morale che ti ha prodotto e intrappolato; perché sei un prodotto, non altro. lo vedi chiaramente che sei un prodotto della natura e uno scherzo della società. puoi vendicarti di entrambe: agire i comportamenti più spregevoli. poiché nulla ha senso, puoi darti il senso della barbarie, se necessario. oppure puoi moltiplica le facce, è indifferente. le persone sono indifferenti, e ti procureranno danni sempre e comunque, sia per dolo o colpa. inizia a restituire quello che hai ricevuto.

ma la volontà è debole… ho ancora residui di morale dentro di me. come faccio a liberarmene? il dio dice: sii cattivo con gli altri, e indulgente con te stesso. sei già sulla strada giusta, devi solo coltivarti un po’ di più e abbandonare gli altri al loro destino. non ti riguarda. soprattutto non farti illudere dalle belle parole: sono false. solo tu sai quali parole puoi dirti che siano vere. non dire bugie a te stesso, ma nutrile agli altri. le persone sono mediocri perlopiù, e adorano le belle bugie; quindi tu dagliene in gran quantità. parla, ma di’ solo quello che vogliono sentirsi dire. i tuoi moti dell’animo devono restare tuoi: dato che non possono vederli, né se ne curano, solo tu ne sei il custode.

la gente vorrebbe vederti mostrare solo emozioni positive; tu fingile: non c’è altro modo. fingi di essere positivo, e nel frattempo guarda alla fine insita in loro. ogni cosa giunge alla fine, e la vita delle persone cesserà come ogni cosa. loro non lo vogliono sapere, ma tu lo sai, e come un anatema te lo ripeti nella mente: tu sei la distruzione, tu sei il silenzio che demolisce l’opposizione positivo-negativo. ripetendoti che un giorno morirai, condanni tutti gli altri al disfacimento. fa’ che il pensiero della morte e della rovina siano il tuo sostegno. una forza potente come l’annullamento delle cose, la pace senza fine del niente: abbraccia la fine che è in te!

terrificante

sensazione di stranezza:

paura di essere troppo

di dire troppo e rimanere nulla

paura di essere l’altro

terrore di dare altro

non ricevere nulla

ogni rapporto così

terrificante

per schiarire le idee

un blogo per le poesie, un blogo per il diario, un blogo per ogni evenienza. poesie, diario, letture, fotografie. ricordi personali. scrivere è di nuovo un piacere. solitario, che vorrei condividere, ma gli estranei della rete sono facce vuote, un pubblico muto. finché sono nella mia nicchia va tutto bene.

epentesi: articoli pubblici, non intimi
pephuka: pagine di diario, intimissime

ma dove finisce il confine tra pubblico e privato?